Due mostre straordinarie: una monografica su Alphonse Mucha, uno dei padri dell’Art Nouveau e una mostra-dossier su Giovanni Boldini, dedicata al tema del ritratto femminile.
Sia il ceco Alphonse Mucha, sia il ferrarese Giovanni Boldini si affermarono nella Parigi della Belle Époque ottenendo un successo di portata internazionale.
Entrambi furono straordinari cantori della bellezza e del fascino della donna e riuscirono a dar forma, ognuno a proprio modo, all’ideale femminile del tempo presentandoci figure attraenti e seducenti, eleganti e energiche, emancipate e padrone del proprio destino.
Circa 150 opere – tra dipinti, disegni, fotografie, manifesti, oggetti – racconteranno la vicenda biografica e artistica di Mucha: dal decisivo incontro a Parigi con Sarah Bernhardt all’affermazione del suo linguaggio attraverso i manifesti pubblicitari; dai progetti svolti in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi del 1900, ai soggiorni negli Stati Uniti, sino alla produzione degli anni maturi trascorsi in Cecoslovacchia, dove rientrò nel 1910 con l’obiettivo di mettere la propria arte al servizio del suo paese. La rassegna è organizzata da Fondazione Ferrara Arte, Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara e Arthemisia, in collaborazione con la Mucha Foundation.
Giovanni Boldini è protagonista, con oltre 40 opere provenienti dal museo ferrarese a lui dedicato, dell’esposizione presentata nelle ultime tre sale del percorso che approfondisce il tema del ritratto femminile, cui il pittore si dedicò in maniera quasi esclusiva, e con successo, nella Parigi fin de siècle. Ricercatissimo da una facoltosa clientela internazionale e apprezzato in Europa e in America, Boldini fu in grado di dare forma all’ideale femminile del tempo: elegante, spigliato, colto, emancipato, inquieto, talvolta eccentrico.
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